1.COME POSSO UTILIZZARE I NAMBUKA (dosaggio per persona sana)?
Le 3 regole fondamentali che io ripropongo sempre qui e nel gruppo Facebook e’:
✅individualità
✅moderazione
✅diversificazione
Noi siamo individui unici e come tali non esiste una cura paancea per tutti, ma la nostra cura panacea, fatta di tanti tasselli. Non esiste protocollo uguale per tutti, ma procedura standard da modificare in base alle reazioni individuali.
I fermentati non sono acqua quindi bisogna procedere sempre con molta cautela. Ancora di più per l’alto potere estrattivo della kombucha. Procedere con cautela ci permettera’ sempre di tenere sotto controllo gli effetti della cura e valutare il nostro stato di salute passo dopo passo. La fermentazione moltiplica l’efficacia del principio attivo delle erbe contenute, consentendo una facile assimilazione da parte dell’organismo e un’ottimizzazione della quantità di pianta utilizzata.
La diversificazione e’ fondamentale. Non sappiamo mai cosa sia esattamente presente nei nostri fermenti che, per definizione sono in continua evoluzione e trasformazione, e soprattutto non conosciamo ciò in cui siamo realmente manchevoli e di cui abbiamo bisogno in termini di microrganismi e nutrienti.
Non pensare che qualsiasi disturbo sia attribuibile a una disintossicazione iniziale, risposta semplicistica e superficiale. Fermare l’assunzione e indagare sulla reale motivazione della reazione in questione.
Ognuno di voi si renda responsabile della propria salute e, se malati, si affidi a medici con la mente aperta che li possa seguire con le giuste conoscenze.
Quanto ho riassunto e’ da considerarsi valido per un individuo sano e in caso di prevenzione. Se sono presenti patologie bisogna consultare medici e specialisti.
2.PERCHE’ DECIDERE DI FARE UN NAMBUKA?
✅Il tempo di fermentazione e’ ridotto.
✅Semplice da seguire perché non presenterà muffe o lieviti o blob e non perderà l’acetico.
✅Gia’ dopo la prima settimana diventerà autonomo. Il mio segreto di riuscita dei fermenti, nonostante non sia mai a casa, consiste nel poterli lasciare da subito soli.
✅ Se si utilizzano i fitoterapici giusti per noi con proprietà mirate e soprattutto di qualità, il fermento sarà sempre ottimo e il ph basso da subito, garantirà l’assenza di muffe e patogeni.
✅ Facilissimo da fare anche per chi mai ha fermentato e non sa riconoscere un fermento buono da uno non buono.
Ecco l’ultimo di clitoria a due mesi di vita, fatto e abbandonato dopo una settimana dalla sua creazione.
Ora ha la gelatina e al mio rientro comincerò con un filtraggio parziale.
Alcuni fatti non hanno fatto la gelatina e i vegetali sono scesi quasi immediatamente.
NAMBUKA di tarassaco abbassato solo due volte. Notare come i vegetali rimangono quasi integri nonostante la potenza estrattiva della kombucha.
NAMBUKA di foglie di graviola e papaia con leggerissima gelatina. Notare il residuo della fermentazione sul fondo del vaso che risulta sempre ridottissimo.
NAMBUKA con bacche di Goji SEEED dopo un giorno dalla nascita ecco le prime bollicine, evidente segnale d’inizio fermentazione.
3. INSERIRE UNA MADRE DI KOMBUCHA E’ LA MEDESIMA COSA CHE FARE UN NAMBUKA?
Certamente no!
Attenzione sempre perche’ nelle madri in generale trovano felice dimora anche i patogeni. Infatti la prima cosa da fare per esempio in un fv in difficolta’con muffa, e’ togliere la gelatina (ricordo la somiglianza tra una madre di kombucha e una di fervida).
Io MAI ho tratto vantaggio nell’inserire una gelatina o madre all’interno di un fermento in difficolta’. Questo se parliamo di fervida, nel caso di Nambuka non ce ne sara’ bisogno.
4. INSERIRE DEL LIQUIDO DI KOMBUCHA IN UN FERMENTO IN DIFFICOLTA’ PUO’ESSERE D’AIUTO?
Certamente SI!
Per la legge della prevalenza ( vince il piu’ numeroso) se inseriamo una importante carica microbica all’interno di un fv in difficolta’ quest’ultimo ne trarra’ grande vantaggio, simile a quello che succede nel nostro intestino quando mangiamo fermentati probiotici. Nel Nambuka difficilmente ce ne sara’bisogno, se abbiamo lavorato in un ambiente pulito.