Sento spesso persone lamentarsi perche’ con l’andare del tempo la memoria diminuisce. Abbiamo mai pensato che il problema possono essere gli zuccheri che troviamo in moltissimi cibi industriali e inseriamo in caffe, dolci, tisane, salse?
Dedico un articolo al consumo dello zucchero e ad alcuni degli effetti dannosi che puo’avere sul nostro organismo.
A questo scopo riporto il post della dottoressa Monica Greco che ringrazio per avermi autorizzata a pubblicarlo nel sito. Buona lettura.
28 gennaio 2018 Dottoressa Monica Greco
“Mi piacerebbe ricordare oggi gli effetti nocivi dello zucchero sul cervello. Sappiamo ormai con certezza che il cervello e’ costituito da una infinita’ di interconnessioni neuronali che lo rendono plastico e con continue possibilita’ di miglioramento progressivo, ma anche purtroppo di peggioramenti in base a cio’ che mangiamo o che assumiamo con regolarita’.
Purtroppo vedo nella quotidianita’ di adulti e ragazzi, ancora oggi, assumere con leggerezza la bustina di zucchero (magari di canna, nella illusione che sia diverso) in una bevanda o cibi che hanno fra gli ingredienti lo zucchero. C’e’ addirittura chi pensa che in certe situazioni (stanchezza, mancanza di concentrazione ) un po’ di zucchero faccia bene. Alcuni credono di risolvere tutto sostituendo lo zucchero con fruttosio processato.
E’ bene sottolineare che i problemi legati allo zucchero non riguardano solo i problemi di peso corporeo. Una delle prime vittime del consumo di zucchero e’ il microbioma con effetti devastanti sull’asse intestino cervello. A questo effetto devastante sul cervello molti non ci pensano. Nella mia attivita’ di geriatra spesso mi trovo ad aiutare e curare persone che iniziano a soffrire di impairment mnesici (la mancanza della evocazione di un termine, di una parola, il non ricordarsi gli impegni o una data ) o addirittura persone con veri e propri deterioramenti cognitivi (dalla demenza vascolare all’Alzheimer) che migliorano sensibilmente con la semplice astensione dallo zucchero e la scelta solo di cio’ che ci offre la natura. Migliorano non solo nella memoria, ma anche nella attenzione divisa, nella pianificazione dei gesti e del movimento.
Lo zucchero altera i batteri intestinali e questo e’ direttamente collegato alle scarse capacità nei test di performance cognitiva.
Cio’ accade perche’ i batteri possono rilasciare composti che agiscono come
neurotrasmettitori, influenzando una vasta gamma di funzioni biologiche.
Lo sciroppo ad alto contenuto di fruttosio, o il fruttosio processato usato in molte bibite, nei succhi di frutta in molti the’, in molte salse e condimenti , determinano un rallentamento della capacita’ di comunicazione tra le cellule cerebrali, un aumento della insulino resistenza e una riduzione della capacita’ di apprendimento.
Alcuni studi dimostrano che alti livelli di zuccheri nel sangue determinano anche una riduzione del volume dell’ippocampo, area cerebrale importante nelle funzioni mnesiche.
Il cronico e reiterato richiamo dell’insulina legato e reiterati picchi glicemici .
Ogni pasto zuccherato (anche i semplici corn flakes zuccherati per la colazione dei nostri figli) genera un rapido aumento del glucosio nel sangue. Come pronta risposta il pancreas secerne insulina a livello ematico per abbassare i livelli di zucchero nel sangue. L’insulina è un ormone utilissimo per la sua azione ipoglicemizzante, ma ricordiamo che e’ anche lipogenetico e si crea (dato molto interessante nella componente psicoemozionale) una percezione da parte del soggetto di una “eta’ percepita maggiore” cioe’ ci si sente meno giovani e si appare piu’ vecchi della propria eta’ . I dati sopra riferiti sul cervello hanno fatto si che l’Alzheimer sia stato ultimamente denominato anche “diabete di tipo 3” . Evitare totalmente il consumo di zucchero e carboidrati raffinato nella alimentazione e’ uno degli strumenti terapeutici fondamentali da adottare per prevenire e curare l’Alzheimer.
I disturbi della memoria sono ascrivibili a un’alterazione della flora batterica intestinale. Nella parete intestinale e’ presente il sistema nervoso enterico che funziona sia in modo autonomo, sia nell’ambito dell’asse intestino cervello. Il dialogo fra intestino e cervello e’ bidirezionale e questo e’ il motivo per cui quando siamo tristi o vi manca l’affetto cerchiamo piu’ zuccheri e quando mangiamo piu’ zucchero poi peggioriamo nella attenzione, nel sonno, nella memoria o nell’umore, con maggior incidenza di depressione.
I modi con cui il microbioma comunica con il cervello sono molteplici e i batteri intestinali determinano nel bene e nel male la salute dell’encefalo.
Ricordiamolo a noi stessi, ai nostri pazienti e ai nostri cari: lasciamo lo zucchero nei scaffali dei supermercati, sul tavolino del bar e non permettiamo a zucchero visibile o nascosto di entrare nel nostro intestino e in tal modo acquisteremo anni e anni di salute per il nostro cervello.”
Buona salute!
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